PHOTO © ANTONELLO NUSCA
Lampedusa, 29 marzo, 2011. Immigrati Tunisini vengono scortati dalla Polizia nel porto di Lampedusa per essere trasferiti in un altro centro di accoglienza. Il numero di immigrati nell'isola che ha raggiunto da Gennaio le 20.000 presenze, ha creato uno stato di emergenza sanitaria e problemi di ordine pubblico. Molti di loro sono stati costretti a dormire ovunque trovassero un riparo per settimane a causa della incapacità del centro di accoglienza, completamente pieno, di ospitare altre persone.
Lampedusa, March 29, 2011. Tunisian immigrants are escorted by police at the port of Lampedusa to be transferred to another shelter. The number of immigrants who reached the island from 20,000 admissions in January, has created a state of emergency health and public order problems. Many of them were forced to sleep wherever they could find a shelter for weeks, because of the inability of the shelter center, which was completely full, to accommodate other people.
di Antonello Nusca
Quando l’8 marzo a Lampedusa, ero sul molo a fotografare gli sbarchi nell’isola, mi sono reso conto che erano passati 20 anni dall’8 Marzo del 1991 quando a Brindisi ci fu il vero esodo biblico degli Albanesi. Mi sono tornati in mente quei giorni è ho rivissuto le stesse emozioni, sensazioni e odori di quella storia.
Ricordo i giorni di attesa con gli arrivi di piccole imbarcazioni cariche di facce sporche e antiche. Gli albanesi erano un popolo fermo a 40 anni indietro, senza nessuna idea di modernizzazione se non quelle che si erano fatte con le immagini, che di nascosto dal regime, intercettavano per vedere e sognare l'Italia del Festival di Sanremo, Domenica In, Drive in, Adriano Celentano e i Ricchi e Poveri. Quel giorno fu il caos totale! Ricordo la sorpresa delle forze dell'ordine e il loro sforzo per cercare di organizzare come meglio potevano l'identificazione e la sistemazione di migliaia di persone. Ricordo la generosità dei brindisini che si avvicinavano alla rete del porto per dare panini e sigarette a quei disperati. E ricordo il tanfo che nel giro di poche ore già si respirava in tutta la zona del porto. Quando l'8 Marzo di quest'anno mi sono ritrovato a fotografare i profughi Tunisini (non so più come chiamarli: profughi, clandestini, immigrati o semplicemente migranti.....) non ho potuto fare a meno di ripensare a quei giorni e alle differenze tra i due eventi. Non c'erano i cellulari all'epoca e i Tunisini non sono certo arretrati come lo potevano essere gli Albanesi allora. Anche le forze dell'ordine non hanno agito nello stesso modo. A Brindisi c'era impreparazione, il fattore sorpresa ha contato molto, e tutto si risolse bene o male nel tipico modo Italiano di risolvere le cose; una botta quà e una là e tutto si aggiustò. |
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