domenica 10 aprile 2011

ABBANDONATI



PHOTO © ANTONELLO NUSCA
Lampedusa, 29 marzo, 2011. Immigrati Tunisini vengono scortati dalla Polizia nel porto di Lampedusa per essere trasferiti in un altro centro di accoglienza. Il numero di immigrati nell'isola che ha raggiunto da Gennaio le 20.000 presenze, ha creato uno stato di emergenza sanitaria e problemi di ordine pubblico. Molti di loro sono stati costretti a dormire ovunque trovassero un riparo per settimane a causa della incapacità del centro di accoglienza, completamente pieno, di ospitare altre persone.
Lampedusa, March 29, 2011. Tunisian immigrants are escorted by police at the port of Lampedusa to be transferred to another shelter. The number of immigrants who reached the island from 20,000 admissions in January, has created a state of emergency health and public order problems. Many of them were forced to sleep wherever they could find a shelter for weeks, because of the inability of the shelter center, which was completely full, to accommodate other people.




  di Antonello Nusca  



Quando l’8 marzo a Lampedusa, ero sul molo a fotografare gli sbarchi nell’isola, mi sono reso conto che erano passati 20 anni dall’8 Marzo del 1991 quando a Brindisi ci fu il vero esodo biblico degli Albanesi. Mi sono tornati in mente quei giorni è ho rivissuto le stesse emozioni, sensazioni e odori di quella storia.



Ricordo i giorni di attesa con gli arrivi di piccole imbarcazioni cariche di facce sporche e antiche. Gli albanesi erano un popolo fermo a 40 anni indietro, senza nessuna idea di modernizzazione se non quelle che si erano fatte con le immagini, che di nascosto dal regime, intercettavano per vedere e sognare l'Italia del Festival di Sanremo, Domenica In, Drive in, Adriano Celentano e i Ricchi e Poveri.
Quel giorno fu il caos totale!
Ricordo la sorpresa delle forze dell'ordine e il loro sforzo per cercare di organizzare come meglio potevano l'identificazione e la sistemazione di migliaia di persone.
Ricordo la generosità dei brindisini che si avvicinavano alla rete del porto per dare panini e sigarette a quei disperati. E ricordo il tanfo che nel giro di poche ore già si respirava in tutta la zona del porto. Quando l'8 Marzo di quest'anno mi sono ritrovato a fotografare i profughi Tunisini (non so più come chiamarli: profughi, clandestini, immigrati o semplicemente migranti.....) non ho potuto fare a meno di ripensare a quei giorni e alle differenze tra i due eventi. Non c'erano i cellulari all'epoca e i Tunisini non sono certo arretrati come lo potevano essere gli Albanesi allora. Anche le forze dell'ordine non hanno agito nello stesso modo. A Brindisi c'era impreparazione, il fattore sorpresa ha contato molto, e tutto si risolse bene o male nel tipico modo Italiano di risolvere le cose; una botta quà e una là e tutto si aggiustò.
PHOTO © ANTONELLO NUSCA
Lampedusa, 29 marzo, 2011. Un immigrato Tunisino discute con un sottoufficiale della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa aspettando di essere trasferito in un altro centro di accoglienza. Il numero di immigrati nell'isola che ha raggiunto da Gennaio le 20.000 presenze, ha creato uno stato di emergenza sanitaria e problemi di ordine pubblico. Molti di loro sono stati costretti a dormire ovunque trovassero un riparo per settimane a causa della incapacità del centro di accoglienza, completamente pieno, di ospitare altre persone.
Lampedusa, March 29, 2011- A Tunisian immigrant argues with a Guardia di Finanza police office ras he waits to be transferred by boat to other immigration center. The continuino landing of migrants in Lampedusa, where the arrival of around 20.000 people since Jannuray has created an emergency. Mosto f them where forced to sleep wherever can as the immigration center was completely full.


Questa volta invece nessuno può parlare di effetto sorpresa. Politicamente non c’è stata nessuna iniziativa preventiva. Sono bastati 15.000 immigrati arrivati in 3 mesi a mandare in tilt la macchina organizzativa; e Maroni che si vantava a Gennaio di poter controllare un esodo biblico di 50.000 persone. Non si è stati capaci di smaltire 6.000 persone e li si è lasciati vivere in condizioni pietose, e convivere pericolosamente con la popolazione dell'isola. Si è corso il rischio, enorme, di rivolta con conseguenze terribili. Si è giocato con il fuoco e la prova di tutto ciò è stata la libertà di lavoro che abbiamo avuto negli ultimi giorni: semplicemente anomala. Le immagini degli sbarchi e le condizioni di vita nell’isola dovevano essere mostrate in tutto il mondo perché questo era il messaggio che doveva passare. E anche se mi sono sentito sfruttato ho approfittato dell’occasione. Non ricordo di aver mai sentito così vicine le forze dell'ordine come questa volta, perché mai come questa volta le forze dell’ordine sono state così abbandonate. Mi sono ritrovato addirittura in dovere di difendere un poliziotto dalla stupida voglia di "riportare" di una giornalista del TG3 (insieme a Giorgio se si ricorda). Dopo la considerazione che mi ero fatto dello "Stato di Polizia" vissuto a Genova nel 2001, mai avrei immaginato di arrivare a tanto.



Ora mi chiedo: valeva la pena far vivere in condizioni così pietose i Tunisini, valeva la pena rischiare l’incolumità dei Lampedusani e valeva la pena aver fatto l’ennesima figura con il mondo intero? Non c’era nessun altro mezzo per ottenere quello che forse ancora nemmeno hanno ottenuto?

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